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Massimo Malvestio: il credito cooperativo oggi al centro dell’intervista a “Venezie Post”

Il credito cooperativo è morto e servono nuove forme di mutualità. Lo sostiene l’avvocato Massimo Malvestio nell’intervista a “Venezie Post” pubblicata lo scorso 12 maggio: nel 2006 l’attuale Presidente di Praude Asset Management Ltd ha pubblicato un saggio dedicato al credito cooperativo. Sono passati 15 anni da allora: “Di mezzo c’è stata la crisi della Lehman che ha svelato la fragilità del sistema finanziario mondiale. Uno shock, secondo me, non ancora del tutto compreso e che comunque non ha ancora finito di produrre conseguenze. Soprattutto è esplosa la produzione di regole, di controlli e di controllori. Le banche sono passate dalle mani dei banchieri a quelle dei compliance officer e dei risk manager”.
Oggi, secondo Massimo Malvestio, resta “molto poco” dell’idea all’origine delle Bcc di banca territoriale e di mutualità: una volta, a eccezione di quella di Roma, le maggiori Bcc si identificavano “con un’area territoriale delimitata e precisa, per lo più comprensoriale” e avevano sostituito le piccole popolari di comprensorio che erano state quasi tutte assorbite. “Quello che non c’ è più è il collegamento tra banca e territori: la Bcc di Roma è arrivata a Padova!”, osserva l’avvocato, sottolineando come le aggregazioni avvengano “in modo casuale dal punto di vista territoriale” e scavalchino province e regioni: “I soci sono in molte banche molte decine di migliaia e quindi non conoscono più gli amministratori che, di fatto, vengono a controllare le assemblee che devono eleggerli. Quindi ormai l’unica vera caratteristica che è rimasta è la non contendibilità e la grande difficoltà di accedere al capitale di rischio, in questo si traduce oggi la forma cooperativa”.
Inoltre la mutualità oggi, come rileva Massimo Malvestio, non è più compatibile con regole di vigilanza così dettagliate e diffuse che di fatto impongono un unico modello di banca, o almeno, un modello naturalmente lucrativo e non mutualistico. Nell’intervista l’avvocato si esprime inoltre su Iccrea e Ccb e sull’iniziativa di microcredito sviluppata dalla diocesi di Treviso: “Spero che abbia un grande successo e che possa essere la prima tra molte”. E parla della sua decisione, nel 2014, di trasferirsi a Malta dove oggi guida Praude Asset Management Ltd in qualità di Presidente del Comitato per gli Investimenti: “Dopo avere fatto per trent’anni anni l’avvocato, volevo fare il gestore e forse combinare insieme le due esperienze dopo che, all’inizio della mia carriera, ero stato a un passo dal potere anche diventare agente di cambio. Mi pare che le società di gestione e i fondi siano in Irlanda, in Lussemburgo, a Londra, qualcuno anche a Malta (che ho preferito per il clima, soprattutto) e mi pare che in questi Paesi sia pieno di gestori italiani. Talvolta i più bravi gestori italiani. Un motivo ci sarà: tassazione, regolamentazione, rapporto con i regolatori? Non lo so per certo, probabilmente tutte e tre le cose insieme: i numeri sono spietati e sono di una chiarezza inequivocabile”.

Per maggiori informazioni:
https://www.veneziepost.it/malvestio-il-credito-cooperativo-e-morto-ce-bisogno-di-nuove-forme-di-mutualita/

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