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Cristina Scocchia: espansione internazionale e tutela dei posti di lavoro

Kiko Milano si prepara ad aprire 300 nuovi negozi nel mondo entro il 2022. La pandemia non ferma i progetti dell’azienda, fondata nel 1997 da Antonio Percassi, che in seguito a un’importante ristrutturazione completata nel 2019, punta sempre più all’espansione in Medio Oriente e in Asia focalizzandosi al contempo sul preservare i posti di lavoro attualmente presenti in Italia e in Europa.
"Come manager e amministratori delegati abbiamo una grande responsabilità sociale, che è ancora più forte in momenti drammatici come questo", ha dichiarato l’AD Cristina Scocchia, alla guida di Kiko Milano dal 2017. La manager ha spiegato l’importanza sociale di limitare i tagli al personale. "Quando licenzi delle persone, ti senti responsabile verso quei dipendenti e le loro famiglie. Un lavoro non significa solo stipendio, ma anche dignità e soddisfazione personale".
L’azienda è stata costretta a chiudere per più di due mesi quasi tutti i 900 negozi presenti in 26 Paesi, registrando un’importante perdita di profitti. La società è comunque riuscita a gestire l’emergenza, evitando licenziamenti e garantendo il 70% dello stipendio anche nei Paesi in cui non erano previsti ammortizzatori sociali. Si continua dunque a puntare all’espansione: ad agosto Kiko ha sottoscritto un prestito di 270 milioni di euro che, secondo Cristina Scocchia, consentirà di proseguire con le nuove aperture. "Apriremo 50 negozi entro la fine dell’anno in Israele, Russia, Arabia Saudita e Grecia".
La ristrutturazione degli ultimi anni si è concentrata anche sul rafforzare il brand, sulla customer experience e sulla presenza digitale. "Il processo di turnaround non solo ci ha consentito di raddoppiare i profitti in due anni ma ci ha permesso di gettare le basi di quelle strategie che si sono rivelate essenziali per essere resilienti durante la pandemia. Ci siamo concentrati sugli investimenti in Medio Oriente e in Asia, abbiamo lavorato sulle piattaforme di e-commerce e abbiamo investito in tecnologia e omnicanalità". La sinergia tra negozi fisici e negozi online è infatti la soluzione giusta per rimanere competitivi: questo trend già esisteva ma ha subito un’ulteriore accelerazione durante la pandemia.
Sul fronte italiano, Kiko assumerà entro fine anno 50 collaboratori full time nella sede principale di Bergamo, luogo tristemente ricordato per essere stato uno degli epicentri dell’emergenza sanitaria. "Già dagli inizi era chiaro che stava succedendo qualcosa di grave e abbiamo deciso di mettere al primo posto le persone", ha dichiarato Cristina Scocchia. "C’è coraggio e c’è ottimismo in questo piano di crescita. Vediamo la pandemia come una parentesi negativa ma che non durerà per sempre".

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