Auro Palomba: “Nuovo piano su Interbanca”
Entro la fine dell’anno lo stallo che blocca Interbanca dovrebbe risolversi. La Banca d’Italia ha infatti allo studio un progetto, presentato dal Credito Italiano, attraverso il quale la Banca d’interesse nazionale prevede di acquistare le quote possedute da Bna e dalla Finarte di Francesco Micheli. In questo modo l’istituto guidato da Piero Barucci arriverebbe ad ottenere il controllo quasi totale di lnterbanca. La Bna possiede infatti la maggioranza del capitale ordinario, mentre Micheli, che ha in portafoglio circa il 35% delle ordinarie e la maggioranza di quelle privilegiate, possiede il 51% del capitale globale. Questo progetto prevede inoltre l’uscita del Credito Italiano dalla Bna, mentre Micheli sarebbe pagato con liquidità. Difficile ipotizzare il prezzo a cui potrebbe avvenire il passaggio, ma il pacchetto di Finarte dovrebbe avere orientativamente un valore di circa 500 miliardi. La soluzione pensata dall’ lri e proposta dal Credito Italiano rappresenterebbe la quadratura del cerchio. “Il Conte Auletta, presidente della Bna, non potrebbe infatti insistere con il comportamento attendista che ne ha contraddistinto l’operazione su Interbanca, e che ha protratto per oltre due anni il blocco sui due fronti, atteggiamento che ha indispettito anche Bankitalia. Contemporaneamente vedrebbe liberata la sua banca da un azionista «scomodo» come il Credito Italiano. Non è invece chiaro l’utilizzo che la banca dell’Iri farebbe del capitale di Interbanca, anche se prende corpo la possibilità di una cessione dell’istituto milanese al Banco Ambroveneto.
Il Credit ha infatti una partecipazione in Mediobanca, e la Banca d ‘Italia non vedrebbe bene una contemporanea presenza della Bin nei due istituti di credilo speciale. Per quanto riguarda Francesco Micheli, che ha sempre dato la sua disponibilità a un accordo in Interbanca, eventualmente anche con Bna, si tratterebbe della conclusione di una lunga operazione che, proprio a causa della sua durata, ha fatto sorgete in Borsa diverse voci sulla sua solidità patrimoniale. Contro di esse Micheli si è sempre difeso facendo notare come l’acquisto delle azioni Interbanca privilegiate non fu finanziato a debito bensì in seguito a un aumento di capitate di Rnar tc per 75 miliardi, che, unito agli oltre 250 miliardi raccolti in Borsa, dovrebbero eliminare qualsiasi sospetto che il banchiere d’affari milanese versi in problemi di liquidità. In questo momento il presidente della Sviluppo è molto attivo.
Di recente ha assunto il compilo di costruire la terza cordata privata (dopo quella di Fiat e Fininvest e l’altra dell’Olivetti), per entrare nel business del telefonino cellulare. Il progetto è già stato inviato al ministro delle Poste Carlo Vizzini, e vede raccolti sotto il nome “Pronto Italia” molti imprenditori italiani, insieme agli americani della Pacific Telesis. che offriranno il supporlo tecnologico. In campo, a fianco di Miche li, sono scesi Marzotto, Varasi e Merloni, a cui si sono aggiunti in un secondo tempo Zucci, Be-netton (ancora in forse), Teleco Cavi, Del Favero. In tutto sono 17 gli operatori italiani che dovrebbero entrare nella cordata, con una quota globale massima del 60%. Il restante 40% dovrebbe essere appannaggio della Pacific Telesis, società nata sette anni fa da uno smembramento della At&t. L ‘investimento programmato di 1.100 miliardi nei primi tre anni. L’obiettivo è creare una cordata di medi industriali che, in un secondo tempo, dovranno essere affiancati da alcune banche.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba